Fondo Buonaiuti

Consistenza del Fondo: in fase di catalogazione.

Localizzazione del Fondo: sezione studi religiosi, III piano, Lettere.

Segnatura di collocazione: Buonaiuti

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Note biografiche

Ernesto Buonaiuti (1881 – 1946) è stato uno dei principali esponenti del modernismo italiano.
Nato a Roma, frequenta inizialmente il Pontificio Seminario Romano dell’Apollinare di Roma, tra gli altri insieme ad Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII; ordinato sacerdote nel 1903, prosegue i suoi studi, applicando allo studio del Cristianesimo primitivo le tecniche del metodo positivo.
Divenuto insegnante del seminario romano, fonda, a soli ventiquattro anni, la Rivista storico-critica delle scienze teologiche e ne dirige altre: Nova et Vetera, Ricerche religiose, Religio.
Nel 1915 vince il concorso a cattedra per ricoprire il ruolo di professore ordinario di Storia del cristianesimo presso l’Università di Roma ma nel 1926, colpito da scomunica dopo varie censure, viene esonerato dall’insegnamento;  nel 1931 viene destituito ufficialmente dall’insegnamento per non aver prestato giuramento al regime fascista.  Gli anni successivi, caratterizzati da grandi difficoltà per via della sospensione dall’insegnamento in Italia, lo vedono impegnato nell'attività di professore ospite presso l'Università di Losanna in Svizzera e di conferenziere, sempre sotto l'osservazione della polizia segreta fascista, soprattutto presso la congregazione metodista romana. L'offerta di una cattedra stabile di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Losanna viene da lui declinata, poiché richiede come condizione la sua adesione ufficiale alla confessione cristiana riformata. Viene riammesso in ruolo presso l’Università di Roma nel 1944, senza però l’esercizio effettivo dell’insegnamento.
L’opera di Buonaiuti è sterminata e consta di circa 3.800 lavori scritti, fra i quali una Storia del Cristianesimo, sintesi della sua visione storica del cristianesimo, fondato sul contrasto perenne tra "secolo presente" e "secolo venturo"; Lutero e la Riforma religiosa in Germania; Gioacchino da Fiore;  l’autobiografia Il Pellegrino di Roma.  Nel suo pensiero si avverte l’influenza dapprima di dottrine di Bergson, Tyrell, Blondel e “l’apologetica dell’immanenza”, poi di tendenze nuove, specialmente quelle riconducibili a Rudolf Otto. Tuttavia la posizione di Buonaiuti resta sempre decisamente realista, anzi tomista e in polemica con l'idealismo italiano contemporaneo e quello tedesco, da lui considerati derivazioni della Riforma protestante, alla stregua dei totalitarismi. Contro la Riforma è stato sempre un accanito difensore del sistema gerarchico della Chiesa cattolica, pur criticandola e auspicando una riforma interna e rivendicando i diritti della pubblica ricerca. Non si riconciliò infatti neanche in punto di morte, pur professandosene figlio fedele nello spirito e rivendicando le insegne del proprio sacerdozio.

(scheda a cura di Elettra De Angelis)