Fondo Adolfo Venturi

Consistenza del Fondo: 2469 documenti.

Localizzazione del Fondo: sezione storia dell'arte, I piano, Lettere.

Segnatura di collocazione: 66 BIBL F.V.

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Note biografiche

Adolfo Venturi (Modena 1856 - Santa Margherita ligure 1941) è stato uno storico dell’arte e accademico italiano.
Nel 1872 comincia a frequentare l’Accademia di belle arti di Modena finché, nel 1878, dopo aver conseguito anche i diplomi di perito commerciale e perito ragioniere e l’abilitazione all’insegnamento della contabilità nelle scuole tecniche, vince il concorso per ispettore della Galleria Estense di Modena. E’ soprattutto sulla Galleria Estense, e l’arte ferrarese del Cinquecento, che si erano concentrate le ricerche di indirizzo storico e artistico compiute da Venturi in questi anni da autodidatta.
Dalla carica di ispettore comincia la prestigiosa carriera di storico dell’arte. Nel 1888 viene chiamato dal Ministero dell’Istruzione a Roma, dove rimane una decina d’anni per provvedere al catalogo degli oggetti d’arte del Regno e al riordino delle Gallerie. Sia a Modena che a Roma Venturi mantiene il proposito di rilanciare l’idea di un’Italia madre delle espressioni artistiche studiate in chiave filologica. Il suo metodo di lavoro è di orientamento positivista, ponendone alla base lo stretto legame tra la storia e la valutazione del fatto artistico. Tale metodo germina da quello di Giovanni Battista Cavalcaselle, il cui studio dell’arte si basava sull’evoluzione stilistica, e da quello di Giovanni Morelli, che realizzava analisi particolaristiche per le sue attribuzioni attraverso la conoscenza diretta e ripetuta delle opere. Venturi supera il contrasto tra questi due approcci giungendo ad un proprio metodo, che tiene conto di ogni dato storico esteriore ed è intento a ricomporre la storia dell’arte come storia delle qualità e delle ragioni dell’arte, in modo sempre più ampio.
Nel 1890 consegue la libera docenza in Storia dell’arte presso l’università di Roma ottenendo, l’anno seguente, quella che è stata la prima, e per molto tempo unica, cattedra di Storia dell’arte all’università e fondando un corso che per anni è stato il vertice di tali studi in Italia.
Venturi può essere considerato il fondatore degli studi storico-artistici in Italia a livello universitario. Insegnerà fino al 1931 formando numerosi allievi prestigiosi come Pietro Toesca, Roberto Longhi, il figlio Lionello Venturi.
Nel frattempo le nomine e gli incarichi continuano, affiancando l’impegno accademico di Venturi: viene eletto membro dell’Accademia di Francia, consigliere effettivo del Consiglio superiore delle antichità e belle arti, viene chiamato a far parte della commissione speciale per la pubblicazione delle opere di Leonardo da Vinci, diviene accademico nazionale dell’Accademia albertina di belle arti di Torino e, ancora, membro della prestigiosa Accademia dei Lincei. Nel 1924 viene nominato Senatore del Regno.
Dal 1888 Venturi dirige, insieme a Domenico Gnoli, la rivista «Archivio storico dell’arte» (1898-1998), che per diversi anni costituisce un vero e proprio centro di ricerca. Nel 1898 viene sostituita da «L’Arte» (che prosegue nelle pubblicazioni fino agli anni ‘70 del ‘900), diretta dal solo Venturi che, quando viene trasferito alla Direzione generale dei Musei e delle Gallerie di Roma, fonda anche la rivista di settore «Gallerie nazionali italiane. Notizie e documenti» (1894-1902).
La bibliografia di Venturi è immensa, comprendendo oltre 1400 titoli tra monografie, saggi, opuscoli, articoli. Egli, con il suo fervore e la sua prolifica attività, ha vinto l’indifferenza e l’ostilità che circondava gli studi storico-artistici e ha trovato larghissimo seguito, tanto è vero che molti ricercatori della disciplina, sebbene in modi diversi, muovono dal suo esempio. Capolavoro di Venturi è Storia dell’arte italiana (1901-1936), in Italia primo vero e proprio manuale di storia dell’arte, di ineguagliabile estensione e corposità anche di immagini, sebbene copra un periodo storico circoscritto tra il paleocristiano e il Cinquecento. Qui Venturi, oltre a sottolineare l’importanza della conoscenza diretta e ripetuta delle opere come aveva fatto in La Galleria Crespi in Milano (1900), arriva ad un complesso grandioso con vedute sempre più vaste dei fatti e delle intime cause dell'arte. Tra le altre opere di Venturi: Tesori inediti dell'arte a Roma (1896); Gentile da Fabriano e il Pisanello (1896); La Madonna (1900); Botticelli (1925); Il Correggio (1926); Studi dal vero (1927); Giovanni Pisano (1928); La pittura del Quattrocento nell'Alta Italia (1930); La pittura del Quattrocento nell'Emilia (1931); La Bibbia di Borso d'Este (1937); Memorie (1937); Istantanee (1936). Una compiuta bibliografia dei suoi scritti fino al 1923 è presente nel «Bollettino del R. Istituto d’archeologia e storia dell’arte» (1923).

(scheda a cura di Micol Pizzuti)